c’è un mondo la’ fuori

Interno sera. Sono seduta in cucina, con davanti il classico Excel di settembre per capire quest’anno chi farà cosa, dove a che ora e coordinare di conseguenza smart-working mio, tata e eventuali nonne. E2015 arriva silenzioso e sbircia sulla mia spalla.

E2015: ma quest’anno stiamo con la tata?

WM: sì, il giovedì.

E2015: ma giovedì era ieri!

Wm: sì, infatti c’era la tata.

E2015: ieri c’era la tata?
WM: sì.

E2015: con noi?

WM: sì.

E2015: ah.

e ritorna sereno in camera sua.

Tutta te

Quando erano piccoli era una frase che mi allargava il cuore e mi riempieva di gioia.

“È tutta te”. E me la rimiravo con gli occhi a cuore, cercando in quel visino angelico un po’ di me. Pensando alla fatica che ho fatto e trovando anche un minimo particolare che sia mio in cotanta perfezione.

Poi arriva, implacabile, l’adolescenza e quel “tutta te” mi si è rivolto contro come le serpi nel cestino di Cleopatra.

In lei ritrovo la mia testardaggine, la mia ottusità, la permalosità di non ammettere l’ovvio lapalissiano. La mia impazienza, la mia frenesia nel fare tutto ciò che posso e anche di più, la mia irrequietezza e la fame di novità.

La guardo e spero che tutto questo potenziale in lei verrà meglio gestito, vorrei darle mille consigli per evitarle le mie facciate e alcune cicatrici che ora bruciano ancora. Ma poi penso che in quel “tutta te” sono racchiuse anche le (poche!) qualità che mi hanno permesso di arrivare dove sono e costruire ciò che ho.

E lascio che sia.

PABLO PISSO RAGAZZA PRIMA DI UNO SPECCHIO

Mezza dozzina di ragazze

Esterno giorno. Portici della nostra cittadina. Passa una bambina, circa sei anni, gridando “ragazzeeeee”.

La guardo con sufficienza.

L2013: beh, cosa c’è?

Wm: mi fa ridere. A sei anni chiama le sue amiche ragazze, anche se sono bambine.

L2013: e tu le tue amiche come le chiami?

Wm: ragazze.

L2013: vedi? Lo fai anche tu. Vi chiamate ragazze, anche se ragazze non lo siete più da mo.

Wm rimango interdetta. Ma trovo le ultime forze: “da mo non si dice!”.

Devo ricordarmi di alzare la soglia di guardia. Sono spietati

Io, le mie amiche e L2013 (https://www.lefotografiechehannofattolastoria.it/2021/grandi-fotografi/la-bella-e-le-sette-bestie/)

E2015 e il cinema

Mamma, ma perché in ogni film americano i bambini non hanno nomi normali, ma vengono sempre chiamati “Campione”? E poi “campione” di cosa?

l’unica coppa dei campioni che io e E2015 consideriamo

Il più bel silenzio non fu mai scritto

Ore 6.40 (eh sì le mie pettegolamiche sono mattiniere!). Trillo whatsapp della chat ex università.

Scoppia la bomba: Ma sai che T è incinta??

Un rapido calcolo e duecento messaggi dopo, tutte realizzano che T ha davvero 45 anni (come tutte noi!) ed aspetta il primo figlio (due di noi son già quasi nonne). Non solo, ma anche ricordiamo che T era un Erode in gonnella. Schifo per il genere umano, disprezzo per i bambini e sguardo di superiorità malcelato quando noi, a turno, abbiamo messo su famiglia.

Esco di casa che non sono ben presente a me stessa, tanto questa notizia mi ha frastornato.

In ascensore leggo (senza capire) che ci sarà una festa per il compleanno di tizio a cui uno dei bambini è invitato.

Ore 7.50 trafelata arrivo davanti a scuola e incontro le altre mamme.

-disclaimer ho sempre fatto molta fatica a capire quali madri appartengono ad una classe e quali no.

Incontro L che non vedo da molto e con un sorriso smagliante le chiedo se sabato al compleanno andiamo insieme, salvo accorgermi in un secondo momento che lei non solo non fa parte della classe dell’invitat*, ma con la madre del compleanno (MdC) ci aveva pure litigato. Tra lo stupore di L e il gelo della MdC mi allontano tra la folla e incappo in R. Da sempre mia ancora di salvezza poiché razionale, organizzata e programmata, R è il mio porto sicuro.

La branco sotto il braccio e sospiro: “Meno male mi hai salvata. Ho appena fatto una gaffe con L, invitandola al compleanno di MdC a cui non era stata invitata…”.

Il suo sgomento mi atterrisce: cazzen, R è una delle mamme del compleanno!

Cerco come un funambolo di distogliere l’attenzione: “non sai cosa mi hanno raccontato oggi?! Una mia conoscente è incinta, a 45 anni. Una follia!”

R mi guarda serafica e chiede: “Perché?”

E in quel momento mi sovviene che ha un paio di anni più di me….a conti grossolani anche lei ha avuto il primo figlio a 45 anni.

La guardo smarrita: “Caffè?! Così mi racconti tu qualcosa”.

Sono le 8.00 del primo giorno di scuola ed ho già esaurito il plafond di gaffe socialmente accettabile, sarà un anno lunghissimo.

CREDIT: PETER BROOKES – THE TIMES https://twitter.com/BrookesTimes