BUona FINE E BUON INIZIO – le cose che non voglio dimenticare

Un altro anno è passato e tornando nei luoghi delle vacanze, mi accorgo di quanto siate cresciuti: vi mettete e togliete gli scarponi da sci da soli, senza adulti prendete la seggiovia e pure l’aperitivo.

Da un lato è una soddisfazione vedervi crescere e vivere ogni vostra conquista, dall’altro ci sono cose che di voi non voglio dimenticare e in questa serata malinconica le scrivo qui in ordine sparso.

Quando andiamo a scuola e saltiamo laghi, guadiamo i fiumi e cerchiamo di salvarci dalle rapide delle cascate. (Ci ricordassimo una volta l’ombrello!)

Quando spariamo dance anni ’90 in bagno e chi è dentro la doccia guida la coreografia

The floor is lava.

I baci all’entrata di scuola e quelli all’uscita, più forti ancora.

Le storie nei letti la sera.

Prendervi a spalle e correre, senza meta, ma velocissimi (!!!)

Le case costruite con stendino e lenzuola, i fortini di sedie e cuscini.

La magia dei biscotti di Natale per amici e parenti.

Cercare stelle con il cannocchiale

Cucinare la colazione di domenica mattina.

Quando mi prendete la mano per strada.

Il lettone, sempre e comunque.

I miei baci che guariscono dalle malattie.

Il vostro profumo

I piedi cicci che quando li misuriamo manca sempre “un pochino-pochino” a raggiungermi.

La magia di fare insieme l’albero di Natale, anche se poi sarò da sola a disfarlo.

Mi mancano già i bambini meravigliosi che siete, però non vedo l’ora di conoscere gli adulti altrettanto meravigliosi che diventerete. Buona fine e buon inizio, ragazzi!

TRUCCO E PARRUCCO

Sono andata dal parrucchiere. Rientro a casa già incerta, perchè la sua “spuntatina” è per me sempre troppo corto.

Incontro E2015 nel corridoio: Mamma! Quando vai dal parrucchiere, avvisami prima: mi prende un colpo!

Accorre L2013: Ma smettila, non sta male. E’ uguale a Willy Wonka.

Si affaccia P2011: No, a me sembra più Severus Piton.

Dal livello -1000 dell’autostima per oggi è tutto.

Homeworks

Getting English homeworks done before dinner

E2015: Mum, if I’m British, I’m coming from?

Wm: if you’re French, you speak?

E2015: French.

Wm: and you’re from?

E2015: France

Wm: if you’re Spanish, you speak?

E2015: Spanish, from Spain.

Wm: if you’re British, you speak…

E2015: British!!

…A piece of cake!

Aspetta e spera

Ore 13.25 vado a prenderli a scuola e mi fermo a parlare con le mamme.

Esce L2013 e aspettiamo, aspettiamo.

L2013 mi tira per una manica, la tiro di rimando. “Un momento aspettiamo tuo fratello”.

Aspettiamo, aspettiamo. E io parlo, parlo.

Esce la classe di E2015 e io parlo, parlo. Vedo che escono tutti e la maestra si allontana.

Mi viene un colpo! E2015???

“L2013, dove è tuo fratello? Mi sono distratta! L’hai visto uscire?”

Allarmata comincio a guardarmi intorno, sto per andare dalla maestra a chiedere spiegazioni.

Mi ferma L2013: “Mamma!”

“Aspetta, ora cerchiamo E2015!”

“MAMMA! E2015 è a casa malato!”

“Come a casa?!” Cribbio, un’epifania: stamattina è rimasto a casa, non stava bene! La guardo stranita, “E non me lo hai detto?!”

“E’ mezzora che ti tiro per la manica per dirtelo, ma non mi ascoltavi! La prossima volta mi presterai più attenzione!”

Cornuta e mazziata

Inequivocabile

E2015: Penso di non piacere al nuovo compagno indiano

Wm: Ma come fai a dirlo?

E2015: Mi ha dato un biglietto

Wm: E cosa c’era scritto?

E2015: Eh non so, era nella sua lingua.

Wm: ecco! Vedi che sei sempre pronto a pensar male? Come fai a dire che non gli piaci?

E2015: Perché alla fine ha disegnato una cacca e di fianco ci ha scritto il mio nome.

Notte del liceo classico

P2011 sta vagliando le scuole superiori.

“Andiamo alla notte del classico?” Mi chiede tra una lavatrice e l’altra.

Accolgo la richiesta con nonchalance. Se mi mostrassi felice caricherei su di lei troppe aspettative, ma come mascherare la gioia? La mia scuola, il mio liceo!

“Volentieri!”

Sabato sera usciamo io , P2011 e L2013 (se uscite la sera, voglio venire anche io!), in grande spolvero dirette alla meta.

Ripercorrere quelle salite, oltrepassare quel cancello, quasi trent’anni dopo per mano alle ragazze è stato indescrivibile.

I corridoi, mostrare loro la mia aula e in un momento rivivere tutte quelle emozioni di adolescente: i sogni, le speranze, le aspettative, i primi scontri con la realtà, le prime scelte difficili, il primo amore.

Abbiamo seguito i laboratori di filosofia e dei paradossi, assistito ad una gara di retorica, siamo stati spettatori affascinati della Medea.

Ho visto in tutti i ragazzi che ho incrociato la gioia di far rivivere i classici, l’orgoglio di fare parte di qualcosa che continua e con molto molto piacere li ho trovati migliori di noi: più vivi, più consci di quello che sta capitando attorno a loro, non secchioni impolverati nascosti tra le pagine del Rocci.

E’ stato un viaggio nel passato – il mio- ma contemporaneamente nel futuro – il loro- che io auguro sia roseo e splendente come le dita di Eos (Aurora) che sfiorano il Partenone in un mattino di primavera.

Aurora in un affresco di Giovanni Francesco Barbieri, noto anche con lo pseudonimo di Il Guercino