Un altro anno è passato e tornando nei luoghi delle vacanze, mi accorgo di quanto siate cresciuti: vi mettete e togliete gli scarponi da sci da soli, senza adulti prendete la seggiovia e pure l’aperitivo.
Da un lato è una soddisfazione vedervi crescere e vivere ogni vostra conquista, dall’altro ci sono cose che di voi non voglio dimenticare e in questa serata malinconica le scrivo qui in ordine sparso.
Quando andiamo a scuola e saltiamo laghi, guadiamo i fiumi e cerchiamo di salvarci dalle rapide delle cascate. (Ci ricordassimo una volta l’ombrello!)
Quando spariamo dance anni ’90 in bagno e chi è dentro la doccia guida la coreografia
The floor is lava.
I baci all’entrata di scuola e quelli all’uscita, più forti ancora.
Le storie nei letti la sera.
Prendervi a spalle e correre, senza meta, ma velocissimi (!!!)
Le case costruite con stendino e lenzuola, i fortini di sedie e cuscini.
La magia dei biscotti di Natale per amici e parenti.
Cercare stelle con il cannocchiale
Cucinare la colazione di domenica mattina.
Quando mi prendete la mano per strada.
Il lettone, sempre e comunque.
I miei baci che guariscono dalle malattie.
Il vostro profumo
I piedi cicci che quando li misuriamo manca sempre “un pochino-pochino” a raggiungermi.
La magia di fare insieme l’albero di Natale, anche se poi sarò da sola a disfarlo.
Mi mancano già i bambini meravigliosi che siete, però non vedo l’ora di conoscere gli adulti altrettanto meravigliosi che diventerete. Buona fine e buon inizio, ragazzi!
Arriva come una bomba un messaggio della rappresentante di classe:
I bambini hanno creato una chat parallela, dove girano contenuti non consoni alla loro età.
Prendo L2013 da parte e chiarisco la questione.
“Sapevi che esiste una chat di bambini?”
“Sì, ma non ne sono parte. Io non ho un cellulare”
“Nemmeno X, Y e Z hanno un cellulare eppure erano dentro la chat”.
“Sì, ma hanno chiesto alle loro mamme!”
“E tu come mai non mi hai chiesto?”
“A te??? di mettere il tuo numero?” Mi guarda negli occhi, prende un minuto e sospira. A lungo, come mia madre, quando ero piccola.
“Primo perchè non mi avresti mai permesso di utilizzare il tuo numero. Secondo, perchè anche se lo avessi dato, lo avresti silenziato e non l’avresti mai guardato!”.
Come darle torto?!
ne approfitto per condividere un decalogo molto carino sulle buone maniere di chat.
Nella mia mente, appena letto il titolo dell’articolo, subito si sono affastellati (sì, cara la Maria “affastellati” in disordine, ammonticchiati casualmente, buttati lì, senza un precisa logica!) proverbi di ogni sorta.
La differenza tra il dire e il fare
Predicare bene e razzolare male
Nelle scarpe degli altri ci devi camminare
Etc…
Cosa è successo, cara la mia Signora del decluttering?
Tu che per anni hai indottrinato al riordino, inneggiando al less is more, andando avanti come un Panzer tedesco sul buttare/buttare/buttare. Tu che, gelida come una notte invernale al Circolo Polare, insistevi sul liberare la propria casa dagli oggetti con meticolosità quasi chirurgica.
Tu che sprezzante sentenziavi : “È più facile accumulare i vestiti che non accumulare i ricordi”, giudicando venali e materiali noi esseri umani che timidamente conserviamo foto di viaggi, oppure teniamo nascoste in fondo al cassetto le lettere del primo amore adolescente. Se poi abbiamo anche l’ardire di avere una collezione, Dio ci fulmini! Non importa cosa collezioniamo, dobbiamo comunque eliminare. (NdA Nemmeno i libri si sono salvati dalla tua furia, anche se mi sei rimasta più simpatica quando ho letto: “ Mettere in ordine i propri libri è il modo migliore per aumentare la propria capacità di provare gioia“).
Ora, cara Maria che hai avuto il terzo figlio, cosa ne pensi? Giri ancora come una anima in pena per casa cercando di mettere in ordine?
Hai ancora il tempo di dividere gli oggetti per famiglia e, soppesandoli in mano, chiederti se ti porteranno mai felicità?
In cuor mio ti auguro di no, perchè vorrà dire che questa famiglia, quella vera, ti ha coinvolto talmente tanto che hai smesso di dare importanza alle cose e hai cominciato a darne alle persone.
Eh già, perchè se da un lato è una ossessione accumulare cose, dall’altro trovo che lo sia anche il tuo metodo scientifico dell’eliminarle.
Cara Maria, da mamma di tre figli, con umiltà ti consiglio di tirare i remi in barca e lasciarti cullare dal casino, dal disordine, magari anche accettare qualche macchietta qui e là. Goditelo sto caos che regna sovrano, perchè passerà con la stessa repentina velocità con cui è arrivato e allora quando arriverai a casa e sarà tutto lindo, immacolato e ordinato, un po’ ti mancherà.
Ma se sarai fortunata, avrai accumulato tanti e tanti ricordi, che mischierai nella tua testa e poi prenderai in mano uno a uno, ricordandoti la gioia di questi giorni.
Cornelis van der Geest’s Kunstkammer in Antwerp during the visit of the Archdukes Albrecht and Isabella in 1615
o famigliarmente: la mia casa dopo un pomeriggio di gioco